Con l’estendersi delle zone arancioni e rosse sono saliti a circa 280mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi chiusi
Sarà di oltre 9,6 miliardi di euro la perdita di fatturato per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020 e riguarderà bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle conseguenze delle chiusure e delle limitazioni imposte alla ristorazione, secondo la quale i consumi fuori casa per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono stimati in calo del 48%. Oltre a pesare su tutti gli alimenti in generale, le limitazioni ai pubblici esercizi colpiscono quei prodotti più dipendenti da questi canali. Se salumi e formaggi di alta qualità trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco, in alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – questi rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Con l’estendersi delle zone di massima ed elevata criticità sono saliti a circa 280mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi chiusi con la serrata imposta dalle misure anti contagio che colpisce complessivamente oltre 3 locali su 4 (75%) di quelli esistenti in Italia compresi più di 20mila agriturismi, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Fipe e Campagna Amica.
La situazione – sottolinea la Coldiretti – potrebbe ulteriormente peggiorare nel caso in cui i vincoli al consumo fuori casa si dovessero estendere alle feste di fine anno, con Natale e Capodanno alle porte.