Ricco di sali minerali, vitamine e antiossidanti, il cioccolato è un toccasana per il cuore perché abbassa i livelli di colesterolo e previene le malattie cardiovascolari, ma anche per la mente perchè svolge un’azione analgesica naturale e favorisce concentrazione e memoria
Si celebra oggi, 7 luglio, la Giornata Mondiale del Cioccolato, uno degli alimenti più amati da grandi e piccini. La data scelta per celebrarlo rimanda al lontano 7 luglio del 1847, quando Joseph Fry inventò per la prima volta le tavolette di cioccolato da spezzare e mordere. Anticamente il cioccolato era considerato il “cibo degli Dei” per le numerose proprietà attribuitegli dai popoli dell’America centrale (i semi di cacao erano, infatti, un simbolo di prosperità nei riti religiosi e una medicina capace di guarire molte malattie), oggi viene ritenuto responsabile della crescita di brufoli, aumento di peso e problemi intestinali. Ma quando consumato nelle giuste quantità, non può che fare bene sia al corpo che alla mente, grazie soprattutto al buon contenuto di flavonoidi (sostanze naturali che ci proteggono dai radicali liberi, dall’infiammazione e in generale dai danni a livelli cellulare), componente principale del cacao.
L’antica storia del cioccolato
Le antiche origini del cioccolato risalgono ai popoli delle civiltà precolombiane dei Maya (II millennio a.C. – XV sec. d.C) e degli Aztechi (XIV-XIV sec. d.C). Questi tostavano e macinavano i semi di cacao, chiamati “cacahuat”, per realizzare una bevanda (il “xocolatl”) a cui aggiungevano peperoncino, anice, cannella, vaniglia ed altre spezie, per “mascherarne” il sapore amaro, che poi offrivano agli dei per ringraziarli di nascite e altri lieti eventi, oppure la trasformavano in polvere per cospargerla sui corpi dei giovani nei rituali di passaggio all’età adulta. In Europa il cioccolato è arrivato nel XVI secolo, quando venne offerto dagli aztechi a Cristoforo Colombo (precisamente il 30 luglio del 1502) in cambio di altri prodotti. L’importazione massiccia di cacao nel Vecchio Continente, però, è iniziata solo nella prima metà del Cinquecento quando Hernán Cortés, il conquistatore del Messico, sottomise le popolazioni indigene dell’Impero azteco al Regno di Spagna. Nel Seicento, poi, il cacao è diventato pian piano un alimento immancabile sulle tavole delle famiglie aristocratiche europee (molte Nazioni crearono le proprie piantagioni di cacao in paesi lungo l’equatore), ma la produzione a livello industriale è cominciata solo nel 1828, quando, in Olanda, il chimico olandese Coenraad van Houten ideò un processo e un macchinario per trattare i semi di cacao con sali alcalini e ottenere un cacao in polvere più facile da mescolare con l’acqua. Il processo divenne noto come “lavorazione olandese” e il cioccolato prodotto fu chiamato cacao in polvere o “cacao olandese”. Successivamente van Houten realizzò anche la pressa per il cacao, che separava il burro di cacao dai semi di cacao tostati per produrre facilmente e in modo più economico il cacao in polvere, alla base di tutti i preparati a base di cioccolato. Fu poi Joseph Fry, il 7 luglio 1847, ad unire, per la prima volta, cacao e burro di cacao dando vita alle barrette solide di cioccolato che consumiamo ancora oggi.
Proprietà e benefici
Come spiega il Ministero della Salute, la pasta di cacao (il prodotto puro che si ottiene dalla macinazione, decorticazione e tostatura dei semi di cacao senza aggiunta di zucchero né di latte) è composta dal 53-55% di lipidi, dal 13-15% di glucidi, dal 9-10% di proteine, sali minerali e vitamine (potassio e magnesio, ferro, fosforo, rame, calcio, vitamina B2, vitamina A, vitamina B1 e vitamina PP), e altri componenti come i flavonoidi, da cui derivano i principali benefici del cacao. Diversi studi scientifici hanno dimostrato, infatti, che i flavonoidi sono in grado di ridurre la pressione arteriosa e l’aggregazione piastrinica, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. Non solo, aiutano anche a mantenere l’elasticità dei vasi sanguigni, contribuendo a regolare il flusso del sangue, oltre a proteggere la pelle dal sole e dalle scottature solari (il suo consumo è quindi consigliassimo anche in estate). Ma i benefici del cioccolato non finiscono qui. I suoi nutrienti favoriscono la formazione di batteri “buoni” all’interno dell’organismo e inibiscono, in particolare, il batterio Streptococcus Mutans, principale responsabile della carie, riducendo la formazione della placca e contrastando la demineralizzazione dello smalto. Il cioccolato, infine, è un toccasana non solo per il corpo, ma anche per la mente: svolge, infatti, un’azione analgesica naturale, favorisce la concentrazione e la memoria, e il suo odore stimola il rilascio di endorfine che generano un senso di piacere e rilassamento al cervello.
Le controindicazioni
Il cioccolato contiene una quantità minima di caffeina per questo è una grandissima fonte di energia (un cioccolatino fornisce l’apporto calorico necessario per percorrere fino a 150 metri), utile per affrontare le sfide quotidiane, ma può aumentare i livelli della pressione arteriosa. Per questo è controindicato nei soggetti con ipertensione, tachicardia, aritmia e stati ansiosi, nonché nei soggetti con affezioni a carico dell’apparato digerente come gastrite, ernia iatale e reflusso gastroesofageo. Il cioccolato è, inoltre, controindicato anche in chi soffre di emicrania: viene, infatti, spesso escluso dalle diete mirate al trattamento del mal di testa in quanto contiene tiramina, feniletilamina e favorisce la produzione di serotonina, che, se da un lato è un antidepressivo naturale per eccellenza, può dall’altro peggiorare l’emicrania quando consumato in eccesso.
Quanto cioccolato consumare e come scegliere il migliore
Secondo un’indagine effettuata da Nielsen, ogni anno un italiano consuma circa 4 kg di cioccolato, sia in formato tavoletta che di altre tipologie. Ma non sempre opta per il cioccolato “migliore”. E’ bene, infatti, sempre preferire il cioccolato di buona qualità: quello fondente è considerato “migliore” in quanto contiene una più alta percentuale di cacao (almeno 75% di cacao). Le proprietà sopraelencate si riferiscono, infatti, al cioccolato fondente prevalentemente amaro, “per cui – spiega la nutrizionista Rosanna Giordano – andrebbe esclusa tutta quella cioccolata con bassa % di cacao. Basti pensare che in media, 100 g di fondente contengono 50-60 mg di flavonoidi, mentre in un’analoga quantità di cioccolato al latte – continua la nutrizionista – ne ritroviamo soltanto 10 mg; nulla è, invece, la percentuale di flavonoidi nel cioccolato bianco. Una confezione di cioccolato deve, quindi, contenere almeno il 75% di cacao e nessun grasso vegetale diverso dal burro di cacao. Attenzione, quindi, alla qualità e tipologia del cioccolato scelto. Per quanto riguarda, invece, la porzione consigliata: è di 30 grammi al giorno, magari non proprio tutti i giorni per non assumere troppe calorie”.
Articolo di: “www.today.it”