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Verità e miti sul riciclo: il caso delle bottiglie di plastica e il packaging alimentare

Nell’era della consapevolezza ambientale, il concetto di riciclo è al centro del dibattito pubblico, per il quale il tema della sostenibilità è sempre più sentito. Posto che non basta sostituire la plastica per dirci ecologici, l’attenzione su questi temi e su come possiamo inquinare il meno possibile è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Una conseguenza positiva è senz’altro una maggiore consapevolezza delle complessità del ciclo di vita dei prodotti e l’importanza di strategie integrate che comprendano riduzione dei rifiuti, riutilizzo e riciclo responsabile.

Un esempio lampante di questa tendenza si trova nel settore del packaging alimentare e delle bottiglie di plastica, dove le pratiche di sostenibilità sono costantemente sotto esame.

Recentemente, Altroconsumo ha sollevato un importante interrogativo: sono veritieri i claim “100% riciclato e riciclabile” apposti sulle etichette delle acque minerali in plastica? Partiamo da questo spunto per andare un po’ più a fondo, cercando di capire la complessità e le sfide del riciclo in questo settore.

LA REALTÀ DEL RICICLO DI BOTTIGLIE DI PLASTICA, OLTRE GLI SLOGAN

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Le etichette che proclamano “100% riciclato” e “100% riciclabile” appaiono come una promessa di sostenibilità: tuttavia, celano una realtà assai più complessa e sfaccettata. Come abbiamo accennato, le organizzazioni di tutela dei consumatori hanno spesso evidenziato come tali affermazioni possano trarre in inganno il consumatore medio, non riflettendo pienamente la verità sul ciclo di vita e il processo di riciclo delle bottiglie di plastica.

Uno dei nodi cruciali di questa problematica risiede nella composizione stessa delle bottiglie. Se da un lato il corpo principale, fabbricato in PET (polietilene tereftalato), presenta una certa facilità nel processo di riciclo, altre componenti come i tappi e le etichette, spesso realizzati in varietà di plastiche differenti, non godono della stessa riciclabilità. Questa distinzione è rilevante, in quanto il processo di riciclo non può essere considerato omogeneo e uniforme per tutte le parti della bottiglia.

Inoltre, le statistiche relative al riciclo delle bottiglie in PET nell’Unione Europea rivelano un quadro meno ottimista: solo il 55% di queste vengono effettivamente riciclate. Ancora più significativo è il dato che appena il 30% di queste bottiglie hanno la possibilità di essere trasformate nuovamente in nuove bottiglie. Questi numeri mettono in evidenza le limitazioni del sistema di riciclo attuale e la necessità di un approccio più efficace e integrato per garantire un ciclo di vita sostenibile dei prodotti in plastica.

NORMATIVE E LIMITAZIONI NEL PACKAGING ALIMENTARE: COSA DICE L’UE?

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In questo contesto, le normative vigenti a livello europeo assumono un ruolo determinante nel delineare i confini e le metodologie del riciclo, soprattutto nel contesto del packaging alimentare. Al momento, il panorama normativo consente l’utilizzo del solo PET per il packaging a contatto con gli alimenti, escludendo altre varianti di plastica quali il polipropilene (PP) o il polietilene ad alta densità (HDPE). Questa scelta normativa non è arbitraria ma è strettamente legata alla priorità di garantire la massima sicurezza alimentare, ed evitare il rischio di contaminazioni.

Questa restrizione normativa però, pur essendo fondata su principi imprescindibili, comporta delle significative limitazioni nella realizzazione di un sistema di riciclo veramente circolare. Un iter di riciclo pienamente efficace e sostenibile richiederebbe infatti la capacità di reimpiegare una gamma più ampia di materiali, con processi che garantiscano sia la sicurezza che l’efficienza ecologica.

Di fronte a questa sfida, diventa cruciale l’investimento in ricerca e sviluppo per l’innovazione tecnologica e l’elaborazione di nuovi approcci. L’obiettivo è quello di superare le attuali barriere, trovando soluzioni innovative che permettano di utilizzare una varietà più ampia di materiali riciclati nel packaging alimentare, senza compromettere la sicurezza e la qualità del prodotto. Questo richiede un lavoro sinergico tra legislatori, industrie e istituti di ricerca, con l’ambizione di creare un futuro in cui la sostenibilità e la sicurezza alimentare possano coesistere in un equilibrio ottimale.

TRA IMPATTO AMBIENTALE E RESPONSABILITÀ DEL CONSUMATORE

L’ecosistema globale sta affrontando un impatto ambientale significativo a causa della produzione e del consumo eccessivi di plastica. Ma c’è di più: le proiezioni attuali suggeriscono una tendenza allarmante. Si stima infatti che entro il 2050 le emissioni di gas serra derivanti dall’industria della plastica potrebbero eccedere i limiti internazionali fissati per mitigare il riscaldamento globale, aggravando ulteriormente il problema del cambiamento climatico.

In questo scenario, il ruolo e la responsabilità dei consumatori diventano aspetti di cruciale importanza. Un cambiamento significativo può essere innescato dalla consapevolezza ambientale e dalle scelte responsabili operate a livello individuale. Ad esempio, optare per contenitori alternativi alla plastica tradizionale, come quelli realizzati con materiali biodegradabili o rinnovabili, rappresenta un’azione proattiva verso la riduzione dell’impronta ecologica. Inoltre, laddove l’utilizzo della plastica si riveli necessario, è fondamentale privilegiare prodotti realizzati con plastica riciclata e, allo stesso tempo, impegnarsi attivamente nel processo di riciclo.

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Questo tipo di scelte, se adottate su larga scala, avranno sicuramente un impatto considerevole nella diminuzione dell’inquinamento da plastica e nella conservazione delle risorse naturali. Pertanto, è essenziale promuovere una maggiore educazione e sensibilizzazione sui temi ambientali, incoraggiando i consumatori a diventare protagonisti attivi nella tutela del nostro pianeta. Questo approccio, combinato con politiche ambientali efficaci e innovazioni sostenibili nel settore industriale, può tracciare un percorso verso un futuro più sostenibile e un ambiente più salubre per le generazioni future.

Il dibattito sul riciclo delle bottiglie di plastica e il packaging alimentare ci ricorda che le affermazioni sulle etichette hanno un ruolo davvero fondamentale. Per questo devono essere chiare e trasparenti, in modo che  i consumatori siano informati e consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte. Solo attraverso un’informazione corretta e un’azione collettiva possiamo aspirare a un futuro più sostenibile.

Cosa ne pensate?

Articolo di “ilgiornaledelcibo.it”