Tra pochi giorni l’Italia presenterà all’Ue la proposta di Federalimentare su un tipo alternativo di etichettatura degli alimenti. A difesa della salute e del Made in Italy, con l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione.
Nei prossimi giorni il governo italiano consegnerà alla Commissione Ue una controproposta al Nutriscore – l’etichetta a semaforo ideata dai francesi che assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale. La proposta italiana è denominata invece “etichetta a batteria” e prende in esame non i singoli cibi, bensì la loro incidenza all’interno di una dieta.
I DIFETTI DEL NUTRISCORE
L’iniziativa italiana, di fatto, sposa la battaglia che da anni porta avanti Federalimentare a difesa della salute e del Made in Italy. “Il meccanismo del Nutriscore – spiega il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – metterebbe sullo stesso piano alimenti molto diversi, a discapito delle eccellenze della dieta mediterranea, celebrata in tutto il mondo come la più sana. Ne farebbero le spese prodotti determinanti quali, tra gli altri, l’olio extravergine di oliva, il parmigiano e il prosciutto crudo”.
ETICHETTA A BATTERIA: COME VALORIZZARE LA DIETA MEDITERRANEA
La dieta mediterranea e il modello italiano si basano sulla piramide alimentare, che non esclude alcun cibo, ma ne indica le quantità consigliate, così da consentire una dieta varia e soddisfacente e allo stesso tempo equilibrata dal punto di vista nutrizionale. La proposta italiana per un sistema di etichettatura informativa sulla confezione – armonizzata a livello europeo – prevede l’indicazione di tutti i valori relativi ad una singola porzione consumata. All’interno del simbolo “batteria” è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata.
La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente. “La batteria – chiarisce Vacondio – è il frutto di due anni di lavoro e del contributo di quattro ministeri: Salute, Esteri, Agricoltura e Sviluppo economico. Alla base scientifica di questo sistema di etichette hanno lavorato l’Istituto superiore di Sanità, il Consiglio superiore dell’Agricoltura e il Crea. All’Università Luiss è stato commissionato lo studio sul campo: è stato interpellato un campione di famiglie italiane alle quali sono state sottoposte entrambe le etichette, il nutriscore francese e la batteria italiana. E in questi giorni è arrivato il verdetto: le famiglie italiane si trovano indiscutibilmente meglio con la batteria. Forte di questa conferma, il governo italiano ora può fare le sue mosse a Bruxelles”.
Articolo di: “foodweb.it”