Siamo cresciuti con la certezza che, se un pezzo di cibo cade a terra, abbiamo cinque secondi per raccoglierlo e mangiarlo senza timori. Peccato che non sia così! A dirlo è l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), che ha voluto sfatare alcuni dei più diffusi falsi miti sulla sicurezza alimentare e i rischi che corriamo anche quotidianamente.
L’OMS, infatti, si occupa di vigilare sullo stato di salute delle persone in tutti i Paesi membri, ma anche di favorire una maggiore consapevolezza di quali sono i rischi e le buone pratiche da seguire individualmente per poter stare meglio, anche dal punto di vista alimentare.
In una fase storica in cui la maggioranza della popolazione dei Paesi Occidentali, Italia compresa, si rivolge a Google per ricevere informazioni su patologie e altri malanni, l’OMS ha pubblicato un decalogo dal titolo Cibo più sicuro, salute migliore per fare chiarezza su alcune false credenze a proposito delle malattie alimentari. Scopriamo quali sono!
OMS: “ECCO I FALSI MITI SULLE PATOLOGIE ALIMENTARI A CUI DEDICARE ATTENZIONE”
Pubblicato in occasione della Giornata mondiale del cibo sicuro 2022, il decalogo, redatto dall’OMS in collaborazione con la Food and Agricultural Organization (FAO), mette in evidenza perché è importante conoscere alcune regole di sicurezza alimentare per poter maneggiare e consumare il cibo e ridurre così i rischi per la salute. Lo fa rispondendo ad alcune delle domande più frequenti e sfatando alcuni diffusissimi falsi miti su gesti che, spesso, facciamo ogni giorno. Attenzione, infatti, perché non è detto che ciò che è stato tramandato in casa sia veramente valido e sicuro.
Ogni anno, infatti, almeno una persona su 10 viene colpita da una delle tante infezioni o intossicazioni causate da microorganismi assunti attraverso il cibo. I casi più frequenti e noti sono quelli della salmonellosi o della listeriosi che in molti conoscono, ma non tutti sanno prevenire efficacemente.
“Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, indipendentemente dal fatto che coltiviamo, elaboriamo, trasportiamo, conserviamo, vendiamo, acquistiamo, prepariamo o serviamo cibo: la sicurezza alimentare è nelle nostre mani” scrive l’OMS, evidenziando come la consapevolezza dei nostri gesti quotidiani possa fare la differenza.
Ma quali sono questi falsi miti?
NON SERVE LAVARE IL POLLO E IL CIBO CADUTO A TERRA NON È MAI SICURO
L’apparenza può ingannare. Ecco perché la prima domanda a cui risponde l’OMS è: “posso capire se un alimento è sicuro guardandolo e annusandolo?” La risposta è no, perché alcuni microrganismi possono essere presenti senza alterare forma o odore dell’alimento. Così come non è sicuro raccogliere gli alimenti caduti a terra entro 5 secondi: questo limite è un falso mito perché alcuni batteri possono passare immediatamente da terra alla superficie del cibo e causare potenziali malattie.
In molti credono che sia necessario lavare il pollo prima di cuocerlo per “pulirlo” da eventuali microrganismi. È un’altra falsa credenza: al contrario, così si aumenta il rischio che possa causare malattie perché entra in contatto con le nostre mani, superfici della cucina, utensili e altri cibi. Del resto, anche la tecnologa alimentare, Francesca Regolino, ci ha indicato al contrario alcune buone pratiche per ridurre i rischi legati al pollo: cuocere bene la carne, lavarsi le mani, pulire con cura gli utensili ed evitare il contatto tra la carne cruda e gli altri alimenti.
Non è sicuro nemmeno scongelare i cibi a temperatura ambiente. Meglio farlo in frigorifero, oppure sotto l’acqua tiepida: entrambe queste soluzioni permettono di ridurre l’eventuale proliferazione di batteri e altri organismi dannosi per la salute.
COSA FARE? PRATICHE SICURE SECONDO L’OMS
Il decalogo dell’OMS identifica anche alcune pratiche sicure che dovremmo seguire tutti i giorni in cucina, a partire dal lavaggio di frutta e verdura prima del consumo. In questo caso nessuno falso mito: pulire bene con l’acqua gli alimenti che mangiamo crudi è importante per poterli consumare in sicurezza.
Non tutti sanno che, invece, un’infezione o un’intossicazione alimentare può comparire anche tre giorni dopo aver ingerito il cibo che ci ha fatto male. Ci sono alcuni microrganismi che richiedono molte ore prima della comparsa dei primi sintomi.
Attenzione, poi, a canovacci e strofinacci da cucina. È importante lavarli e cambiarli di frequente perché possono essere veicolo di batteri pericolosi. Così come lasciare un piatto fuori dal frigo per più di due ore può comportare dei rischi. Il consiglio è quindi di riporlo in frigo e, in questo modo, assicurarsi di poterlo consumare più tardi in tranquillità. Il tutto con alcune differenze e attenzioni: ci sono cibi, come latte o yogurt, che devono necessariamente essere conservati solo in frigorifero, mentre alcune tipologie di frutta oppure alcuni piatti cotti possono essere tenuti a temperatura ambiente, purché consumati entro 24 ore. L’OMS mette in evidenza l’importanza di dedicare la giusta attenzione a dove riporre gli alimenti, senza dimenticarli sul bancone della cucina oppure sul tavolo da pranzo troppo a lungo perché potrebbe costarci caro in termini di salute.
Conoscevi già questi falsi miti?
Articolo di “ilgiornaledelcibo.it”