Con il lento ritorno alla normalità, gli imprenditori della ristorazione stanno pensando a forme alternative alla classica serata in ristorante, in parte compromessa dalle restrizioni del Governo. Occorre rinunciare agli eventi, ai congressi, ai buffet, ai servizi esterni con decine o centinaia di coperti. Quindi? Come si può sbarcare il lunario? La risposta è semplice: prossimamente la vita del cuoco si dividerà tra la propria cucina in ristorante e… le case dei clienti, pronti a mangiare piatti ricercati (cucinati dallo chef) nella propria sala da pranzo!
Questa nuova moda, che rischia di registrare adesioni da record, si chiama home delivery restaurant.
Cos’è l’home delivery restaurant?
Tradotto letteralmente, l’home delivery restaurant è il “ristorante a casa, a domicilio”. Ciò che abbiamo visto nelle ultime settimane, il classico delivery o take-away, ha coinvolto tutti: grandi e piccini, trattorie e persino ristoranti stellati. Si tratta di una forma più “arcaica” dell’home delivery restaurant dove a casa del cliente non arriva solo il piatto pronto, ma lo chef in persona. Si scelgono i prodotti e si cucina, secondo richiesta. I prezzi? Sono simili a quelli che si leggono nei menù dei ristoranti, ma il coperto (ovviamente) non c’è.
Luigi Taglienti, chef del ristorante stellato Lume di Milano afferma: “Di solito è un cliente affezionato, a volte anche amico che propone di curare un pranzo o una cena nella propria abitazione, per un numero ristretto di ospiti. A me il concetto di delivery non convince, quello di farlo trasferendo un “mini Lume”” in una casa è molto più interessante. E potrebbe diventare una tendenza nei prossimi mesi”.
Le prime esperienze sono positive
Intervistato da Il Sole 24 Ore, Edoardo Grassi, socio con Luca Pardini, Marco Civitelli e lo chef Elio Sironi del ristorante Al Ceresio 7 di Milano, ha dichiarato: “Abbiamo ragionato tanto sul concetto di delivery, partendo ai primi di maggio con più formule. Siamo curiosi per primi di capire l’incidenza sul fatturato attuale e su quello che realizzeremo una volta riaperto il locale. Perché alla fine, se il business funziona ha senso anche creare un laboratorio a parte, tanto più alla luce del nostro progetto di home delivery restaurant”.
Una moda passeggera o una soluzione per il futuro?
“Milano non è Roma, dove da sempre c’è la tradizione del piccolo evento di classe, in terrazza, con un cuoco e a preparare i piatti. Qui la fascia alta esce sei sere su sette, magari fermandosi in due posti per sera: vista la situazione, facile che per ora vada meno nei locali ma non voglia rinunciare alla qualità. Per noi è un servizio che al di là del ritorno economico, fidelizza ulteriormente la clientela e regala più forza al brand. Ma il tutto non deve prescindere dalla qualità, dalle persone che ne se occupano. Sennò non ha senso” conclude Grassi.
I Cerea sono stati i precursori dell’home delivery restaurant
Già negli anni ’70 la famiglia Cerea, titolare del ristorante Da Vittorio, proponeva i servizi esterni e cucinava nelle case di tanti lombardi. Francesco Cerea, manager del gruppo dice: “È evidente che i grandi guadagni si fanno con i grossi numeri ma oggi, più di un tempo, bisogna valutare ogni elemento. Faccio un esempio: a Brusaporto (BS), abbiamo adattato lo spazio per gli eventi in un locale dedicato alla pizza e al grill, proprio a bordo piscina. Per ora, è un esperimento ma non escludo diventi un ramo della nostra attività come il delivery, che abbiamo inaugurato in marzo anche noi e di cui non possiamo lamentarci. Quanto al “ristorante a casa” è un’opportunità interessante per chi non ha voglia di uscire e vuole trattarsi bene: un aspetto fondamentale è offrire la massima sicurezza a chi ha chiesto il servizio, il resto è di routine per chi fa qualità come noi”.
Solo cibo? Non è detto
Langosteria sta lavorando ad offrire un pacchetto all inclusive che include la mise en place. “Sarà possibile prenotare una serata combinando i servizi: dalla presenza dello chef al commis che aiuta per il servizio fino al noleggio della nostra mise en place. Ovviamente le materie prime per i piatti sono quelle che serviamo nei locali” spiega Enrico Buonocore.
L’home delivery restaurant sarà il futuro della ristorazione? Ai posteri l’ardua sentenza!
Articolo di: “www.ristorazioneitalianamagazine.it”