La siccità è una caratteristica ricorrente del clima nella maggior parte del mondo. Tuttavia, queste siccità regolari sono diventate più estreme e più imprevedibili a causa del cambiamento climatico. La siccità è diventata una grave emergenza. I danni sono evidenti nelle campagne (secondo Coldiretti superano i 3 miliardi), ma anche sull’ambiente: gli incendi sono triplicati, i ghiacciai si sciolgono – la tragedia della Marmolada è solo l’esempio più recente -, le rese di grano e mais sono diminuite del 30%.
Anche in Italia è cambiata la distribuzione delle piogge, e anche se il nostro rimane un paese «piovoso», con circa 300 miliardi di metri cubi di acqua che cadono ogni anno, è diventato davvero importante impegnarsi per limitare gli sprechi, sempre e soprattutto durante questa fase di emergenza siccità.
Coltivare e produrre cibo richiede grandi quantità di acqua, quindi sprecarla produce una reazione a catena: servono 100 secchi d’acqua per produrre una pagnotta di pane, 54 per portare in tavola un petto di pollo e 6 per far crescere una patata. Per prima cosa, quindi, bisogna fare attenzione a non sprecare il cibo.
Può capitare, mentre si cucina, di lasciare il rubinetto aperto più a lungo di quanto serva realmente. Ma ogni minuto si possono risparmiare in media 10 litri di acqua, impegnandosi a chiuderlo quando non ce n’è bisogno. Occhio, ad esempio, al momento del lavaggio della frutta e della verdura: al posto di lasciarle per cinque minuti sotto l’acqua corrente, si può riempire una ciotola e lasciarle immerse. Una volta completato il lavaggio, poi, l’acqua si può riutilizzare per innaffiare le piante di casa. Attenzione anche ai guasti e alle perdite: un rubinetto che gocciola spreca 4 mila litri di acqua all’anno (è utile fare caso alla bolletta dell’acqua: un incremento imprevisto dei consumi potrebbe indicare una perdita).
Lo sappiamo bene: la giusta quantità di acqua permette alla pasta di cuocere in modo omogeneo senza attaccarsi. Ci hanno sempre detto che per ogni etto di pasta serve un litro d’acqua. Oggi, però, la qualità della pasta è più alta rispetto al passato, e rilascia meno amido in cottura: un etto di pasta può cuocere perfettamente in 0,7 litri di acqua (o anche meno, nel caso della pasta risottata). Cuocere la pasta in meno acqua ha anche un altro vantaggio: concentrerà l’amido e renderà più facile legare con il condimento. Così facendo, si risparmia il 30% di acqua (e anche il 13% dei consumi di energia e le emissioni di CO2).
I nuovi modelli permettono di ottenere eccellenti performance riducendo i consumi. Ma se non avete in programma di cambiare la lavastoviglie, potete comunque ridurre gli sprechi azionando l’elettrodomestico solo a pieno carico (lo stesso vale per la lavatrice) e preferendo programmi di lavaggio che impiegano una quantità inferiore di acqua (non sempre sono i più rapidi: sarà il libretto di istruzioni della vostra lavastoviglie a indicarvi quelli che permettono di sprecare meno). Rispetto al lavaggio a mano, la lavastoviglie che consente un risparmio di circa oltre 50 litri d’acqua al giorno: in media, all’elettrodomestico ne servono 15, contro i 70 del lavaggio manuale.
C’è già qualche sindaco che, in questa fase di emergenza, lo ha consigliato: se lavate i piatti e i bicchieri a mano, utilizzate l’acqua di cottura della pasta che, essendo molto ricca di amico, garantirà una pulizia profonda e farà brillare le vostre pentole. Un altro suggerimento per chi lava a mano è quello di non aspettare troppo: se i piatti vengono lavati prima che si formino le incrostazioni, sarà più facile eliminare i residui di cibo.
Altroconsumo consiglia di applicare aeratori ai rubinetti per miscelare aria all’acqua: in questo modo si riducono flusso e schizzi, e si risparmiano decine di migliaia di litri all’anno. Si tratta di una spesa molto contenuta: gli aeratori costano da 1 a 2 euro l’uno.
Un litro di olio esausto inquina un milione di litri di acqua di falda: mai gettarlo negli scarichi dei lavandini (o nel Wc).
Se, quando piove, avete l’accortezza di sistemare qualche contenitore sotto la pioggia, avrete una scorta di acqua da utilizzare per le vostre piante. Per innaffiare si può anche riciclare l’acqua usata per lavare frutta e verdura, quella che esce dai climatizzatori (che funziona molto bene anche per il ferro da stiro) o, se l’avete, quella dell’acquario dei pesci, quando la sostituite durante la pulizia.
Articolo di: “www.lacucinaitaliana.it”